La presentazione a Palazzo Madama
La Sicilia più vera e autentica ha trovato la sua voce cinematografica attraverso Karsa, il docufilm diretto da Vladimir Di Prima che ieri ha conquistato la prestigiosa Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama. L’opera, presentata al Senato per iniziativa del Senatore Raoul Russo, rappresenta un ponte emozionale tra la memoria collettiva siciliana e le nuove generazioni, offrendo uno sguardo poetico su una terra ricca di storie ancora da raccontare.
Il progetto cinematografico nasce dall’incontro tra cinema d’autore e impegno civile, trasformando San Mauro Castelverde, borgo delle Madonie, in un vero e proprio set naturale dove tradizioni millenarie si intrecciano con visioni contemporanee. Durante la presentazione hanno preso la parola figure di spicco del panorama culturale e istituzionale, tra cui il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, il regista Vladimir Di Prima, il noto giornalista Marino Bartoletti e Giuseppe Minutilla, Sindaco del comune madonita. Tra gli ospiti di particolare rilievo erano presenti l’Ambasciatrice del Burkina Faso S.E. Cyrille Ganou/Badolo e il Primo Segretario Wendkouni Corine Aline Nikiema, la cui partecipazione ha sottolineato la dimensione internazionale dell’interesse verso la cultura siciliana.
Un cast tra professionisti e abitanti del borgo
Il docufilm Karsa si distingue per la sua capacità di mescolare interpreti professionali con i volti autentici del territorio. Accanto a Marino Bartoletti, che ha indossato per l’occasione i panni dell’attore, e Giuseppe Lo Piccolo, il cast comprende Giacomo Bottoni, Ermanno De Biagi, Loredana Marino, Laura Giordani e Monica Scapparone. Tuttavia, i veri protagonisti rimangono gli abitanti di San Mauro Castelverde, che hanno partecipato alle riprese portando sullo schermo la loro esperienza di vita e la loro conoscenza del territorio.
Questa scelta registica di Vladimir Di Prima non è casuale ma rappresenta il cuore pulsante del progetto: dare voce a chi vive quotidianamente questi luoghi, trasformando ogni abitante in custode di una memoria collettiva che rischia di andare perduta. Il risultato è un’opera che respira di autenticità, dove ogni volto racconta una storia e ogni paesaggio diventa personaggio narrante.
Le radici letterarie del progetto
L’ispirazione cinematografica affonda le sue radici nella letteratura siciliana attraverso il volume “Karsa – racconti di vita siciliana”, pubblicato nel 1969 da Mauro Turrisi Grifeo, giornalista del quotidiano L’Ora di Palermo. Il docufilm trae spunto da una delle novelle di questa raccolta, mantenendo vivo il legame tra tradizione letteraria e innovazione cinematografica. Questa connessione non è soltanto un omaggio al passato, ma rappresenta un filo conduttore che unisce generazioni diverse attraverso la forza della narrazione.
Il progetto si inserisce inoltre nel quadro del PNRR “San Mauro Castelverde: dal mandamento al cambiamento”, dimostrando come la cultura possa diventare strumento di rinascita territoriale e sviluppo sostenibile. L’opera di Di Prima riesce così a coniugare memoria storica e visione futura, creando un racconto che parla del presente guardando alle radici del passato.
Un territorio che diventa protagonista
San Mauro Castelverde emerge dal docufilm non come semplice sfondo scenografico, ma come autentico protagonista della narrazione. Le Madonie, con i loro paesaggi mozzafiato e le loro tradizioni millenarie, diventano elementi narrativi fondamentali, capaci di raccontare storie di resilienza e di appartenenza. La regia attenta e poetica di Vladimir Di Prima riesce a catturare l’essenza di questo borgo, trasformando ogni inquadratura in un viaggio emotivo attraverso la Sicilia più autentica.
Il territorio madonita rivela così le sue bellezze nascoste e la sua ricchezza culturale, dimostrando come ogni angolo di Sicilia possa diventare fonte di ispirazione artistica e di riflessione sociale. Il docufilm diventa quindi un invito alla scoperta, un’opportunità per riscoprire luoghi che conservano intatto il fascino di una Sicilia lontana dai circuiti turistici tradizionali ma ricca di autenticità e di storie da raccontare.
Articolo di
Filippo Zimbili