Malfada a Taormina: quando l’arte diventa racconto di vita

Un viaggio tra passato e presente attraverso le pennellate della memoria

Dall’esperienza milanese alla terra siciliana, Francesca NINI Carbonini compie un nuovo passo nel suo percorso artistico. Dopo aver conquistato il pubblico della Basilica Santa Maria delle Grazie con Kafka 9.0, infatti, l’artista si prepara ora a compiere un nuovo passo significativo nel suo percorso creativo. Di conseguenza, attraverso Malfada – Soli Deo Gloria, decide di svelare la sua anima più intima, presentando così un’opera che trasforma coraggiosamente la vulnerabilità in forza creativa.

Pertanto, l’installazione prenderà vita dal primo giugno presso l’ex Chiesa Sant’Agostino di Taormina, dove successivamente rimarrà per tutto il mese fino al 30 giugno 2025. Si tratta di un appuntamento imperdibile per chi desidera immergersi in una narrazione artistica che intreccia generazioni, dolore e rinascita attraverso un linguaggio visivo di rara potenza espressiva.

La storia di due donne racchiusa in un libro monumentale

Malfada nasce dall’incontro tra dialetto milanese e spiritualità latina. Il termine, che significa “fatta male” nel vernacolo lombardo, si unisce alla locuzione Soli Deo Gloria per creare un ossimoro che rivela l’essenza dell’opera: la bellezza che emerge dall’imperfezione, la gloria divina che si manifesta attraverso la fragilità umana.

Al centro della narrazione troviamo due figure femminili: Mafalda, la nonna dell’artista da cui deriva la storpiatura dialettale, e la stessa NINI Carbonini. Due generazioni che si confrontano con le proprie battaglie, una donna che ha attraversato guerre e povertà accanto a un’artista contemporanea alla ricerca della propria identità. Il risultato è un dialogo intergenerazionale che trova espressione nelle 27 pagine di un libro d’arte dalle dimensioni straordinarie.

L’innovazione della “Vandalizzazione” artistica

L’opera si distingue per la presenza della tecnica che caratterizza il linguaggio di NINI Carbonini: la “Vandalizzazione”. Questo processo creativo rappresenta la quarta dimensione del codice artistico dell’autrice, un metodo attraverso cui l’istinto prende il sopravvento sulla razionalità per esaltare, illuminare o intensificare specifici aspetti dell’opera mediante rapidi tratti di colore.

In Malfada, tuttavia, questa tecnica evolve verso una libertà ancora maggiore. I colori seguono l’ispirazione del momento, trasformandosi in macchie e strisce cariche di simbolismo che dettano il ritmo di una vita raccontata attraverso l’arte. Il pennello diventa strumento di liberazione, capace di tradurre emozioni complesse in un linguaggio universale.

Un’esperienza di vulnerabilità condivisa

Ciò che rende unica questa installazione è la dimensione di apertura totale che l’artista sceglie di condividere con il pubblico. NINI Carbonini si pone in una condizione di vulnerabilità assoluta, lasciando che sia il visitatore a diventare custode dell’opera. Questa scelta coraggiosa trasforma la fruizione artistica in un atto di responsabilità collettiva, dove ogni spettatore diventa parte integrante del processo creativo.

L’ex Chiesa Sant’Agostino, con la sua atmosfera sacra e la sua storia millenaria, offre la cornice perfetta per un’opera che unisce spiritualità e ricerca interiore. La Sala Giovanni Di Giovanni in Piazza IX Aprile accoglierà quindi quotidianamente i visitatori dalle 16:30 alle 20:30, mentre inoltre l’artista sarà presente per incontrare personalmente il pubblico nei primi giorni di giugno e, successivamente, anche nella terza settimana del mese.

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