In un quartiere dove le cronache parlano di stalle abusive e corse clandestine, ventiquattro imponenti fotografie di cavalli si stagliano ora lungo il cavalcavia di Librino. Non è solo un’installazione artistica, ma una vera e propria dichiarazione di intenti: la bellezza come risposta all’illegalità. I “Cavalli eretici di Librino“, questo il nome dell’opera firmata da Antonio Presti, rappresentano l’ultima creazione del Museo MAGMA, realizzata nell’ambito della Triennale della Contemporaneità.
Arte come strumento di riscatto sociale
Mentre le forze dell’ordine a Catania effettuano blitz contro il maltrattamento degli equini, a Librino prende forma una narrazione alternativa, frutto della visione che da oltre vent’anni guida l’azione del presidente della Fondazione Fiumara D’Arte. Dietro la già celebre Porta delle Farfalle, simbolo di rinascita per il quartiere, si materializza un nuovo capitolo di quel grande disegno che intende trasformare Librino in un museo a cielo aperto.
Le monumentali fotografie, opera della pluripremiata reporter polacca Monika Bulaj, raccontano il cavallo come creatura sacra e non come oggetto di sfruttamento. Stampate su teli che raggiungono dimensioni fino a 9×6 metri, le immagini sono frutto di un’immersione della fotografa nei luoghi della legalità: l’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia e l’ASD Maneggio L’Ulivo di Librino.
“L’Istituto opera da 150 anni” afferma Ignazio Mannino, commissario straordinario dell’Istituto di Incremento Ippico, “da tempo stiamo cercando di focalizzarci sugli aspetti sociali. Il cavallo è un animale molto socievole che instaura rapidamente un rapporto di empatia con l’uomo. Combattiamo con tutte le forze ogni forma di maltrattamento nei suoi confronti“.
Giovani imprenditori e simboli di speranza
A dare un volto concreto a questa visione alternativa sono anche Marco Parasole e Marika Giuffrida, giovani gestori del Maneggio L’Ulivo nel cuore di Librino: “Per noi il cavallo è serenità e rispetto, parte del nostro quotidiano. Una scelta di vita che ci ha fatto girare il mondo e che oggi ci lega profondamente a questo territorio“.
Sul ponte del cavalcavia, una scritta di 41 metri recita: “Cavalli, poesia e meraviglia in movimento, che corrono verso la libertà; il sogno e la speranza di un futuro migliore“. L’installazione include inoltre due cavalli bianchi, definiti “cavalli della luce“, che incarnano l’impegno e la visione del progetto: restituire al quartiere un’immagine diversa, possibile, potente.
“I cavalli eretici si ribellano all’abitudine di una narrazione distorta” spiega il maestro Antonio Presti, “perché manifestano la possibilità di scorgere e raggiungere la bellezza. Sono strumenti maieutici di conoscenza. La fotografia diventa linguaggio propedeutico del Museo MAGMA: si fa abbraccio, sguardo, sogno“.
Un museo che cresce nel 2025
Il percorso artistico continuerà per tutto il 2025 con prossime inaugurazioni previste per venerdì 9 maggio: le “Grandi Madri” (opera fotografica di Lynn Johnson), i “Cavalli Eretici” (opera fotografica di Monika Bulaj) e “Cromatismo emozionale” (installazione monumentale di Paolo Bini, con 34 colonne sulla montagna sacra di Librino).
Nel progetto di Antonio Presti, il cavallo viene riscattato dalla sua immagine di oggetto di sfruttamento per diventare emblema di libertà interiore e rinascita. “Un ringraziamento va alla Regione Siciliana, al Comune di Catania, all’Università degli Studi di Messina e al Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo” conclude Presti, “che hanno creduto nell’istituzione di questo Museo monumentale che consentirà al quartiere di Librino di ritrovare luce e colore, restituendo all’Anima un varco che conduce all’esperienza del Sogno“.